UK, dite no alle WiFi libere

UK, dite no alle WiFi libere

Un provider modifica la sua policy per riservarsi il diritto di disconnettere chi non protegge il suo wireless. E dire che la WiFi aperta è un must, fuori e dentro i tribunali
Un provider modifica la sua policy per riservarsi il diritto di disconnettere chi non protegge il suo wireless. E dire che la WiFi aperta è un must, fuori e dentro i tribunali

Persino Bruce Schneier , tra i più ascoltati esperti di sicurezza in rete, mesi addietro aveva santificato la WiFi libera: questione di etica, questione di sicurezza e questione pure di garanzie in tribunale. Eppure tutto questo non deve aver convinto i dirigenti di Karoo , un ISP britannico, che hanno provveduto a cambiare la policy di adesione ai propri servizi.

“Ci riserviamo il diritto di interrompere immediatamente il servizio se dovessimo scoprire che l’utente (consapevolmente o meno) abbia permesso a terzi di accedere al servizio usando una connessione wireless sulla propria linea di comunicazione”: così recita una clausola del contratto , modificato da poche ore, che è necessario sottoscrivere per aderire all’offerta del provider. Una prospettiva che, come sottolinea Torrentfreak , in un certo senso scavalca persino la fin qui molto discussa dottrina Sarkozy : non occorrono tre segnalazioni per venire disconnessi, Karoo si riserva il diritto di farlo alla prima occasione.

A nulla valgono dunque le motivazioni morali addotte da Schneier per sostenere la sua tesi riguardo la necessità di lasciare la WiFi libera e felice (sono i computer a dover essere protetti, sostiene, non le reti ): che lo si faccia per senso civico, per consentire ai propri vicini o ai semplici passanti di usufruire dei servizi della Rete ovunque, o che sia per semplice imperizia o distrazione, Karoo non farà differenze di sorta . Linea tagliata per tutti.

La questione, tuttavia, non si limita alla semplice problematica tecnica. Sono molti i risvolti legali che implica questa decisione: come detto, una rete WiFi priva di protezioni è uno dei principali strumenti di difesa in caso si rimanga vittima di piggybacking – vale a dire l’eventuale uso improprio della connettività senza fili generosamente concessa. Senza contare i molti casi nei quali il semplice dichiarare di non aver trincerato la propria connessione garantisce sostanziale immunità nel caso qualcuno provi a risalire al colpevole di condivisione illecita di materiali coperti da diritto d’autore via P2P.

La clausola del contratto Karoo, tuttavia, sembrerebbe mettere fuorilegge anche applicazioni del principio di condivisione wireless del tutto innocue come FON : una scelta dettata probabilmente dalle pressioni ricevute da parte degli avvocati dei detentori dei diritti sul materiale scambiato in rete, ma che evidentemente lascia scoperte delle zone grigie su cui bisognerà fare chiarezza. Anche per spiegare, una volta per tutte, di chi sia la responsabilità di quanto transita su di una connessione a banda larga.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
4 nov 2008
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