Uno studio di Microsoft attacca la GPL3

Uno studio di Microsoft attacca la GPL3

La GPL3 non si deve impicciare di fatti che non la riguardano, come brevetti e contratti di cross-licensing. Secondo uno studio commissionato da BigM la pensano così molti sviluppatori open source
La GPL3 non si deve impicciare di fatti che non la riguardano, come brevetti e contratti di cross-licensing. Secondo uno studio commissionato da BigM la pensano così molti sviluppatori open source

Alan MacCormack, professore presso l’ Harvard Business School , ha redatto, su commissione di Microsoft , uno studio sulla GPL3 che sta sollevando una pioggia di critiche, e questa volta non soltanto dai sostenitori dell’open source.

Nello studio MacCormack utilizza infatti quelle che ArsTechnica.com definisce “metodologie discutibili” per asserire che la maggior parte degli sviluppatori open source vorrebbe una GPL3 meno “ficcanaso” in tema di brevetti e di accordi di cross-licensing. Come noto, infatti, uno degli obiettivi della prossima revisione della licenza GNU è impedire accordi come quello stipulato tra Microsoft e Novell , che secondo Free Software Foundation fornisce “protezioni legali discriminatorie”.

MacCormack afferma che, nel dibattito in corso sulla nuova licenza GPL, gli sviluppatori sono stati poco rappresentati. Con il proprio studio il professore americano afferma di voler amplificare la voce di chi scrive codice aperto , ed in particolare quella dei responsabili di alcuni fra i più noti progetti open source.

Sulla validità dell’indagine pesa però il fatto che, dei 332 sviluppatori invitati a partecipare al sondaggio, hanno risposto solo in 34 : un campione che ai più appare assai poco rappresentativo. Di questo campione, tra l’altro, una buona parte degli interpellati lavora a progetti come Apache e PostgreSQL, che notoriamente non utilizzano la licenza GPL.

Il rapporto è stato bollato da più parti come pura propaganda , e messo in relazione con le recenti accuse di violazione di brevetto scagliate da Microsoft contro Linux e il software open source.

“Sono sbalordita nel vedere come, dopo aver compiuto un certo numero di passi apparentemente positivi nel confrontarsi costruttivamente con l’open source, nel giro di poche settimane Microsoft abbia deciso di tagliare ogni ponte”, ha commentato la nota giornalista Mary Jo Foley nel proprio blog .

Alcuni dei commentatori più sarcastici si sono detti “ammirati” per la capacità di MacCormack di scrivere un rapporto di 33 pagine su un sondaggio che ha coinvolto poco più di una trentina di persone.

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Pubblicato il
24 mag 2007
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