Apple ha trovato un amico. WhatsApp supporterà l’azienda di Cupertino nello scontro legale contro il governo del Regno Unito che ha chiesto di creare una backdoor per accedere ai dati cifrati conservati dagli utenti su iCloud. Non è noto quando verrà esaminato il ricorso presentato all’inizio di marzo.
Pericoloso precedente
Lo UK Home Office aveva inviato ad Apple la richiesta di accesso ai dati protetti dalla crittografia end-to-end, in base ad una legge del 2016 (Investigatory Powers Act). In pratica, l’azienda di Cupertino doveva disattivare la protezione di iCloud per tutti gli utenti. Ciò equivale a creare una backdoor.
Apple ha deciso invece di rimuovere la funzionalità Advanced Data Protection solo nel Regno Unito. All’inizio di marzo ha presentato ricorso all’Investigatory Powers Tribunal e circa un mese dopo ha ottenuto una prima vittoria (Apple può divulgare pubblicamente i dettagli del procedimento).
La questione verrà dunque risolta in tribunale. Alle udienze parteciperà anche WhatsApp, in quanto potrebbe ricevere lo stesso ordine dal governo britannico. Will Cathcart, responsabile del servizio di messaggistica, ha dichiarato che il caso potrebbe rappresentare un pericoloso precedente. Altri governi potrebbero chiedere di disattivare la crittografia e accedere ai dati degli utenti.
WhatsApp contesterà qualsiasi legge o richiesta governativa volta ad indebolire la crittografia dei nostri servizi e continuerà a difendere il diritto delle persone ad una conversazione privata online.
Lo UK Home Office ha rilasciato questo commento:
Il Regno Unito dispone di solide garanzie e di una supervisione indipendente per proteggere la privacy e questi poteri specifici vengono utilizzati solo in via eccezionale, in relazione ai crimini più gravi e solo quando è necessario e proporzionato farlo.
Il supporto di WhatsApp non è ovviamente disinteressato, ma è comunque inatteso visti i precedenti burrascosi tra le due aziende. Meta aveva chiesto l’intervento della Commissione europea perché Apple non rispetta il Digital Markets Act. Negli Stati Uniti aveva invece supportato Epic Games.
A metà febbraio, Mark Zuckerberg aveva sperato nell’aiuto di Trump per ottenere maggiori controlli su Apple. Lo scontro più recente riguarda la verifica dell’età.