Dopo il Perù , anche in Colombia il laptop da 100 dollari arriverà equipaggiato con Windows XP. Quanto basta per rilanciare le polemiche sul futuro del progetto ideato da Nicholas Negroponte e sviluppato dalla fondazione appositamente creata, OLPC. Mentre autorevoli esponenti dell’iniziativa che intervengono per chiarire che quei laptop verdi con Windows non sono proprio tutta farina del loro sacco .
Secondo un articolo apparso su Good Gear Guide e rilanciato su Slashdot , OLPC e Microsoft avrebbero iniziato assieme un programma di testing di macchine XO equipaggiate con XP in due diverse città colombiane: Chia e Quetame. Si tratterebbe di un assaggio, con un numero di laptop imprecisato che servirebbe a verificare sul campo il comportamento di XO con il sistema operativo di BigM: in futuro, se tutto andrà per il meglio, l’esperimento potrebbe allargarsi e altri bambini potrebbero avere la possibilità di ricevere un computer verde equipaggiato con il software creato a Redmond.
Peccato che, come precisa sul suo blog il responsabile del marketing di Fedora e componente della board di Sugar Labs (l’interfaccia al sistema GNU/Linux di XO, basata sul codice Red Hat) Greg DeKoenigsberg , le cose non stiano esattamente così: “Microsoft ha comprato 10mila macchine a maggio, personalizzate per far girare Windows. Può farci quello che vuole – scrive con un certo sarcasmo – Per esempio può decidere di svolgere un programma pilota di dimensioni imprecisate in due città e trasformarlo in un grande evento PR”.
Greg rincara la dose anche sul piano tecnico: “Il motivo per cui i 10mila sistemi dovevano essere personalizzati? Semplice – spiega – Windows non può neppure partire con con open firmware. Neppure il boot!”. Dunque quei 10mila XO sarebbero gli unici in grado di far girare Windows , visto che tutti gli altri migliaia di laptop verdi in circolazione montano componenti al momento incompatibili con XP.
Ma è soprattutto su un punto che DeKoenigsberg ci tiene a chiarire come stanno le cose: “OLPC costruisce XO con Linux. OLPC continuerà a costruire XO con Linux. OLPC non ha programmi di cambiare questo fatto. Nessun programma”. Come dire che le preoccupazioni di molti potrebbero anche essere infondate, e che OLPC e XO potrebbero davvero trasformarsi in un biglietto da visita per la comunità open source e quella del free software , nonostante le sbandate che ogni tanto qualcuno ai vertici sembra avere per le sirene di Redmond.
Se queste spiegazioni basteranno a placare gli animi dei più integralisti sostenitori dei valori del progetto XO non è dato sapere. La prova dell’affetto che il pubblico ha nei confronti di OLPC sarà forse disponibile dopo le vacanze di Natale, visto che anche quest’anno verrà riproposto il programma Give 1 Get 1 per l’acquisto a prezzo doppio di un XO per finanziare la fornitura di un PC identico ad un bambino di un paese in via di sviluppo.
Due le differenze fondamentali rispetto all’anno passato: la prima è che per evitare tutti i problemi logistici del 2006, questa volta OLPC ha scelto un partner di rilievo per gestire gli ordini, vale a dire il leader dell’e-commerce Amazon. La seconda , più interessante per chi abita nel Belpaese, è che quest’anno XO sarà in vendita anche nel Vecchio Continente , a prezzi variabili (ma per una volta equi) a seconda della valuta locale: 399 dollari negli States, 254 sterline nel Regno Unito, 312 euro nell’Europa continentale (allargata a tutti i paesi che aderiscono al trattato di libera circolazione delle merci).
A questi paesi si andranno a sommare poi anche Russia, Turchia e Svizzera: per tutti sarà possibile ordinare il proprio laptop su Amazon.com oppure Amazon.co.uk al prezzo indicato più ovviamente le imposte e le spese di spedizione. Resta da chiarire se nel prezzo sarà compreso qualche tipo di assistenza in caso di malfunzionamenti e se ci saranno centri di riparazione attrezzati nei diversi paesi: di sicuro chi comprerà XO dovrà rassegnarsi ad utilizzare una tastiera con layout anglosassone . Le vendite cominceranno il prossimo 17 novembre.
Luca Annunziata