Alla conquista del Pianeta Rosso

Alla conquista del Pianeta Rosso

Fra i pianeti del sistema solare Marte è quello che presenta caratteristiche più simili alla Terra. Ma saremo in grado di viaggiare nello spazio e abitarvi come sostiene Elon Musk?
Fra i pianeti del sistema solare Marte è quello che presenta caratteristiche più simili alla Terra. Ma saremo in grado di viaggiare nello spazio e abitarvi come sostiene Elon Musk?

Presto diventeremo una specie multiplanetaria in grado di viaggiare nel sistema solare, e il primo esperimento di colonizzazione spaziale riguarderà Marte. Ad affermarlo è uno degli uomini più ricchi del mondo, non nuovo a progetti impossibili: fondatore di Space Exploration Technologies Corporation (SpaceX), presidente di Solar City (fotovoltaico), cofondatore di Tesla Motors (auto elettriche) e di PayPal (pagamenti online), Elon Musk è sicuramente un uomo che guarda al futuro.
Quarantacinque anni, due lauree – economia e fisica -, sudafricano di nascita ma americano d’adozione, Musk è spesso sotto i riflettori per le sue idee bizzarre, come quella rimbalzata dal 67esimo International Austronautical Congress di Guadalajara, in Messico, alle cronache di tutto il mondo: creare una colonia umana su Marte.
“Non stiamo parlando di spostare tutti gli abitanti della Terra – ha affermato ai microfoni dell’annuale appuntamento con la tecnologia e il volo umano spaziale lo scorso 27 settembre – ma di diventare multiplanetari. Tutto sta a minimizzare i rischi attuali e ad armarsi di un enorme senso dell’avventura”. Quello che a lui certamente non manca.

Nei prossimi dieci anni
Musk sostiene che sia possibile trasportare migliaia di persone nello spazio grazie a un nuovo veicolo spaziale alto più di 100 metri progettato da SpaceX.

Nell’accurata animazione che simula il viaggio verso Marte vengono mostrate le fasi di lancio dell’astronave, il distacco del razzo contenente il carburante riutilizzabile fino a un centinaio di volte, il successivo rifornimento nello spazio da effettuarsi mediante il lancio di un’altra navicella, e il momento in cui l’astronave contenente l’equipaggio attiva i suoi grandi pannelli solari in grado di generare 200 kilowatt di potenza.

Lanciato nel sistema solare alla velocità di 100.000 km/h, l’avveniristico velivolo spaziale è in grado di fronteggiare l’elevata temperatura dell’atmosfera marziana (fino a 1.700 gradi Celsius) per poi atterrare dolcemente grazie ai potenti razzi.
Secondo il progetto presentato al 67esimo IAC, per il quale l’imprenditore americano ha già investito 10 milioni di dollari, ogni astronave lanciata nello spazio dovrebbe trasportare da 100 a 200 membri per volta. Facendo qualche calcolo, considerando la presenza di numerose navi, per creare una colonia di milioni di persone sul Pianeta Rosso si impiegherebbero dai 40 ai 100 anni.

Un equipaggio di 12 persone avrà il compito di realizzare infrastrutture e stazioni di rifornimento per consentire gli spostamenti futuri, mentre i droidi minatori verranno impiegati per la costruzione di ambienti sotterranei pressurizzati nei quali svolgere l’attività industriale.
Sulla superficie marziana, invece, la vita sarà possibile grazie a enormi cupole in fibra di carbonio e vetro, dotate di alloggi residenziali e spazi verdi.


La vita sul pianeta rosso viene immaginata all’interno di enormi cupole nelle quali riprodurre condizioni di vita ottimali ma essenziali per l’uomo

Il momento ottimale per la partenza si presenterebbe ogni 26 mesi , quando la Terra e Marte sono più vicini e la distanza fra i due pianeti varia all’incirca da 56 a 360 milioni di chilometri. Da tre a sei mesi il tempo stimato per il viaggio interplanetario .

L’idea di fondo, che anima il fantascientifico progetto, è creare una colonia umana su Marte prima che sia troppo tardi. “Non ho da rivelarvi una profezia sul giorno del giudizio – ha affermato il tycoon -. Però le cose sono due: possiamo stare per sempre sulla Terra, e prima o poi ci sarà un evento che ci farà estinguere; oppure possiamo diventare una specie multiplanetaria, e spero concordiate che sia la cosa giusta da fare”.

Un progetto ambizioso
Dal primo volo nello spazio del russo Yuri Gagarin nel 1961 ai recenti 200 giorni in orbita di Samantha Cristoforetti, l’infinito cosmico ha sempre rappresentato per l’uomo una sfida straordinaria .

Se l’osservazione del cielo risale a epoche remote, è a metà degli anni ’50 che ha inizio la “corsa al cosmo”. L’esplorazione dell’ignoto, il progresso scientifico e tecnologico, la competizione fra le grandi potenze mondiali sono stati un epocale stimolo verso la navigazione interstellare.
Missili, navicelle, sonde e rover tecnologicamente sofisticati lanciati nella via lattea mandano a terra segnali e immagini di straordinaria bellezza.

Certamente gli eccezionali progressi ottenuti sino a oggi, in un periodo di tempo relativamente breve, risultavano irrealizzabili secondo il pensiero comune del secolo scorso. Solo 47 anni ci separano dall’osservazione delle incredibili immagini dell’allunaggio dell’Eagle, il modulo spaziale nel quale si trovavano gli astronauti Amstrong e Aldrin; forse meno di un secolo sarà sufficiente per rendere realizzabile la visionaria proposta di Elon Musk, il quale ha ammesso che la missione su Marte non sarà priva di rischi e che i primi colonizzatori dovranno essere pronti a morire.

Ma perché proprio Marte?
Quarto pianeta del Sistema Solare in ordine di distanza dal Sole dopo Mercurio, Venere e la Terra, Marte presenta importanti somiglianze con il nostro pianeta , attualmente al vaglio degli studiosi, nella struttura, l’atmosfera e per le forze naturali che ne modellano la morfologia.

Terra e Marte hanno entrambi atmosfere costituite da biossido di carbonio, ossigeno e azoto, ma le concentrazioni di ciascun gas sono diverse a tal punto da far credere che l’atmosfera di Marte assomigli a quella della Terra di un miliardo di anni fa.
Eppure, dicono gli scienziati della NASA, l’agenzia spaziale americana, sarebbe possibile “terraformare” l’atmosfera marziana per creare condizioni simili alla Terra.

Su entrambi i pianeti, a causa delle simili inclinazioni (la Terra ha un’inclinazione di 23,4 gradi, Marte di 25,2), si distinguono quattro stagioni e la durata del giorno differisce di soli 39 minuti (in più su Marte). Come la Terra, Marte ha grandi calotte polari, le cui dimensioni variano in rapporto alla stagione, che indicherebbero la presenza di acqua sul pianeta.

Vivremo sul Pianeta Rosso?
La stravagante proposta di Elon Musk non è poi quindi così assurda. Proprio per le caratteristiche che lo rendono simile alla Terra, da tempo le principali agenzie spaziali – la statunitense NASA e l’europea ESA – hanno investito tempo e risorse sull’osservazione del pianeta Marte, inviando sonde e robot per esplorarne la superficie e i dintorni. Una missione sul pianeta rosso con esseri umani a bordo è allo studio della NASA da anni, ma la scarsità di fondi e la pericolosità dell’operazione non hanno consentito passi in avanti.

È comunque opinione diffusa che il futuro dell’umanità passi da una possibile colonizzazione di Marte; anche se allo stato attuale non sarebbe possibile sopravvivere per più di un minuto senza adeguate protezioni, si tratta delle condizioni più favorevoli dell’intero sistema solare.
Alcuni nostri deserti presentano caratteristiche simili a quelle della superficie marziana e le temperature medie dell’Antartide non sono poi così distanti da quelle rilevate su Marte.

Il rilancio di Obama
È dell’11 ottobre scorso l’ annuncio pubblicato sul sito della CNN nel quale l’ex presidente degli Stati Uniti afferma: “Ci siamo dati un obiettivo chiaro, di vitale importanza per il prossimo capitolo della storia dell’America nello spazio: l’invio di uomini su Marte entro il decennio del 2030 e del loro ritorno a terra in sicurezza, con l’ambizione di farli rimanere lì per un periodo prolungato”. Obama ha poi aggiunto: “Arrivare su Marte richiederà una costante cooperazione tra il governo e gli innovatori privati, e siamo sulla buona strada”.
Ha sempre la stessa data il post pubblicato sul blog della NASA a firma dell’amministratore Charlie Bolden in cui comunica l’avvenuto accordo con sei aziende private per lo sviluppo di sistemi abitativi (“habitat” o “habs”) in grado di ospitare gli astronauti nei viaggi più lunghi, come potrebbe essere quello su Marte. Grazie a nuove partnership pubblico-private volte a sostenere il crescente settore spaziale, entro due anni queste stesse compagnie potranno iniziare a condurre gli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Elon Musk è avvisato.

Turismo spaziale
Il primo fu lo scrittore Robert A. Heinlein. Nel suo libro Minaccia sulla Terra (1957) compare l’ipotesi di un futuro dove il viaggio spaziale diventerebbe una forma di turismo, con tanto di strutture appositamente sviluppate.

Stanley Kubrick, in 2001: Odissea nello spazio (1968), riportò alla ribalta il sogno di esplorare il cosmo.


Il film “The Martian – Sopravvissuto”, diretto da Ridley Scott e interpretato da Matt Damon, è solo l’ultimo di centinaia di film ambientati su Marte. Nella letteratura e nella cinematografia di fantascienza, Marte è molto popolare

Ma diventare astronauti non è da tutti e per la maggior parte delle persone l’unico modo per viaggiare nello spazio è visitare il Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida, o il Cosmodromo di Baikonur , in Kazakistan. A meno di essere milionari. Nel 2001, infatti, la MirCorp, agenzia privata che aveva in gestione la stazione orbitante MIR, per coprire gli alti costi gestionali avanzò l’idea di vendere un posto su di un volo a un privato pagante.
Dennis Tito , ex scienziato e uomo d’affari statunitense, non perse l’occasione, accettando di versare 20 milioni di dollari. Fu poi la Space Adventures Ltd. a fare di Tito il primo turista spaziale alloggiato sulla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, per sette giorni, dal 28 aprile al 6 maggio 2001.


Astronauta e imprenditore statunitense, Dennis Tito è diventato famoso per essere stato il primo turista spaziale. Nel 2001 ha trascorso 7 giorni, 22 ore e 4 minuti in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale

A Dennis Tito sono seguiti: Mark Shuttleworth (25 aprile – 5 maggio 2002); Gregory Olsen (1-11 ottobre 2005); Anousheh Ansari (18-29 settembre 2006); Charles Simonyi (7-21 aprile 2007 e 26 marzo-7 aprile 2009); Richard Garriot (12-23 ottobre 2007) e Guy Laliberté (30 settembre-8 ottobre 2009). Tutti i turisti spaziali hanno raggiunto l’International Space Station per mezzo delle navicelle Soyuz .

È in via di sperimentazione invece la prima “mongolfiera spaziale” World View , una specie di pallone aerostatico con capsula passeggeri che dovrebbe raggiungere quota 32.000 metri in sole due ore e, dopo aver permesso ai gitanti di ammirare l’incredibile vista dallo spazio, il pallone inizierebbe lentamente a sgonfiarsi riportando i passeggeri a terra in solo mezz’ora grazie a un enorme paracadute. Dei costi ancora non è dato sapere.

La missione di ExoMars
ExoMars è il nome della missione che vede la collaborazione fra l’ESA, l’agenzia spaziale europea, e quella russa Roscosmos, con un importante apporto italiano.
Obiettivo primario del programma ExoMars è verificare se sia mai esistita vita organica su Marte. Nello specifico: studiare l’ambiente biologico della superficie, caratterizzare la geochimica del pianeta e la distribuzione dell’acqua, identificare possibili pericoli per eventuali future missioni con equipaggio, aumentare la conoscenza dell’ambiente e della geofisica marziana.
La missione si compone di due fasi. Nella prima, partita a marzo , sono state inviate due sonde: la prima, ExoMars Trace Gas Orbiter (TGO), con strumenti scientifici per rilevare tracce di gas atmosferici; la seconda, un lander dimostrativo (EDM) denominato Schiaparelli in onore dell’astronomo italiano, che si è schiantata sul suolo marziano in fase di atterraggio. Nel 2020 la seconda fase del progetto, con l’invio di un rover sulla superficie marziana.


L’EDM Schiaparelli lander, schiantatosi il 19 ottobre per cause ancora da accertare, era equipaggiato con una stazione meteorologica dotata di sensori per la misurazione di vento, umidità e temperatura

Asgardia, la prima nazione spaziale
Un’alternativa alla futura vita su Marte è rappresentata dalla proposta dello scienziato russo Igor Ashurbeyli, la creazione della nazione stato Asgardia.
Fondatore del Centro Internazionale per la Ricerca Aerospaziale di Vienna e presidente della Commissione per le Scienze dello Spazio dell’UNESCO, Ashurbeyli durante una conferenza stampa a Parigi lo scorso 12 ottobre ha illustrato il suo progetto: “Nell’antica mitologia Asgard era una città nel cielo, il paese degli Dei. È la realizzazione del sogno eterno dell’uomo di lasciare la sua culla sulla Terra ed espandersi nell’Universo. Asgardia è una nazione a pieno titolo e indipendente, e un futuro membro delle Nazioni Unite, con tutte le funzioni che questo stato comporterà: un governo, le ambasciate, una bandiera, un inno nazionale e così via. L’essenza di Asgardia è la pace nello spazio e il prevenire che i conflitti della Terra vengano traferiti nello spazio”.
È invece del 21 ottobre l’annuncio che Asgardia sarà governata da un consiglio composto da 12 ministri, in attesa delle prime elezioni in programma per il 2017. Sul sito ufficiale del progetto è possibile prenotarsi per diventare cittadini della prima nazione spaziale.


Il progetto di Asgardia, la prima nazione spaziale, prenderà il via nel 2017 con il lancio di un satellite nell’orbita terrestre

fonte immagini: 1 , 2 , 3 , 4

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
17 nov 2016
Link copiato negli appunti