Estonia, cyberwar in tribunale

Estonia, cyberwar in tribunale

Condanne per gli organizzatori del cyberattacco dello scorso maggio. Mentre in rete si verificano nuove aggressioni. Si scalda la guerra fredda digitale?
Condanne per gli organizzatori del cyberattacco dello scorso maggio. Mentre in rete si verificano nuove aggressioni. Si scalda la guerra fredda digitale?

Dmitri Galushkevich , 20enne cittadino estone di etnia russa, è stato condannato a pagare un’ammenda di 17.500 corone estoni (poco più di 1.100 euro) per aver organizzato lo scorso maggio una serie di attacchi informatici diretti contro alcuni siti del paese ex sovietico. In particolare, Galushkevich avrebbe ammesso di essere il responsabile del DDOS ai danni del website del partito del premier in carica, Andrus Ansip.

“Galushkevich è il primo cracker condannato per il massiccio cyberattacco contro le pagine estoni” ha dichiarato Gerrit Maesalu, portavoce del pubblico ministero. Nonostante il giovane abbia confessato le proprie responsabilità, la sentenza piuttosto mite – ha spiegato Maesalu – è giunta dopo aver considerato la sua fedina penale fino ad oggi immacolata.

Il ragazzo avrebbe confermato , stando all’accusa, di aver deciso di agire in segno di protesta per la rimozione di un monumento ai caduti dell’esercito russo dal centro di Tallinn, la capitale estone. Una decisione presa dal premier, che non era stata gradita dai cittadini di origine russa e che aveva scatenato proteste intestine e provenienti dalla vicina Russia.

Per il momento, non si hanno notizie di altri indagati per la massiccia ondata di attacchi, avvenuta tra il 25 aprile e il 4 maggio scorso, che aveva praticamente paralizzato il web estone. Sotto processo ci sono soltanto 4 individui, accusati di aver organizzato e scatenato la protesta di piazza, mentre le indagini sul fronte informatico sembrano essere a un punto morto: difficile ritenere che l’ unico responsabile di un azione di tale portata possa essere un 20enne incensurato.

Le autorità estoni avevano accusato direttamente Mosca, sostenendo che l’attacco era stato diretto da funzionari governativi e coinvolgeva persino computer fisicamente presenti nelle strutture statali. Una affermazione smentita dai russi e da alcuni analisti indipendenti , e che non ha trovato altra conferma.

Nel frattempo, la rete del paese dell’ex Unione Sovietica deve fare i conti con una ripresa dell’offensiva DDOS . Durante le scorse due settimane, il sito di informazione delfi.ee è stato oggetto di una massiccia scarica di accessi pirata, che hanno causato la sostanziale irraggiungibilità del portale. Gli esperti hanno spiegato che non si è trattato di un atto particolarmente eclatante, e che i danni riportati sono stati minimi.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
25 gen 2008
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