L'occhio dell'antitrust europeo su Google per la raccolta dati

L'Europa indaga sulla raccolta dati di Google

Nel vecchio continente l'organismo antitrust ha aperto un'indagine sulle modalità di raccolta dati attuate dal gruppo di Mountain View.
L'Europa indaga sulla raccolta dati di Google
Nel vecchio continente l'organismo antitrust ha aperto un'indagine sulle modalità di raccolta dati attuate dal gruppo di Mountain View.

La Commissione Europea ha confermato nel fine settimana di aver avviato una nuova indagine sull’operato di Google, questa volta focalizzando l’attenzione sulle modalità di raccolta dati e sulle pratiche che consentono al gruppo di monetizzare le informazioni ottenute dagli utenti.

Europa: l’occhio dell’antitrust su Google per i dati

La conferma è arrivata direttamente dall’organismo antitrust continentale, che attraverso un portavoce nel fine settimana ha affidato una breve dichiarazione (riportata di seguito in forma tradotta) alle pagine di Reuters.

La Commissione ha inviato questionari come parte di un’indagine preliminare in merito alle pratiche di Google relative alla raccolta e all’utilizzo dei dati. La procedura è in corso.

Stando a quanto trapelato l’occhio di Bruxelles è puntato in particolare su servizi di ricerca locale, “ad targeting” (inserzioni personalizzate), modalità di autenticazione, browser Web (Chrome) e advertising online. Quest’ultima attività rappresenta ancora oggi la principale fonte di profitti per la parent company Alphabet, nonostante un modello di business andato via via diversificandosi nel tempo raggiungendo territori che spaziano dalla medicina al machine learning, dai dispositivi hardware al cloud.

Nel corso degli ultimi anni, sotto la guida di Margrethe Vestager, dalla Commissione Europea sono arrivate sanzioni per un valore complessivo di oltre 8 miliardi per bigG: 4,34 miliardi per il motore di ricerca, 2,42 miliardi per Google Shopping e 1,49 miliardi per l’advertising.

Dal canto suo, il gruppo di Mountain View ha commentato la notizia affermando ancora una volta come l’utilizzo delle informazioni abbia come fine ultimo quello di migliorare la qualità dei servizi offerti e che gli utenti hanno in ogni momento la possibilità di gestire, cancellare o trasferire liberamente i loro dati.

Fonte: Reuters
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Pubblicato il
2 dic 2019
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