Facebook Messenger, 800 milioni per iniziare

Facebook Messenger, 800 milioni per iniziare

L'app di messaggistica istantanea espunta dal social network secondo Menlo Park rappresenta la fine degli SMS. E la base di una piattaforma di servizi tutta da sviluppare
L'app di messaggistica istantanea espunta dal social network secondo Menlo Park rappresenta la fine degli SMS. E la base di una piattaforma di servizi tutta da sviluppare

Sono 800 milioni gli utenti mensili di Facebook Messenger: una cifra che resituisce l’enorme successo guadagnato dall’app di messaggistica di Facebook dopo la scissione definitiva dall’applicazione principale del social network nel fiorire di app dedicate alla comunicazione, una cifra che Menlo Park definisce un inizio, una buona base di partenza per approfittare di nuove opportunità.

Facebook Messenger

Facebook Messenger è l’applicazione che nel 2015 è cresciuta più rapidamente, guadagnando 100 milioni di utenti nel giro di cinque mesi : la concorrenza con WhatsApp, che vanta 900 milioni di utenti, come previsto da Facebook sembra essersi rivelato un falso problema.

È così che, dopo aver lavorato nel 2015 per dotare Messenger di un ventaglio di funzioni dedicate alla condivisione , alla comunicazione e ai servizi , che le permettessero di competere con le altre applicazioni di instant messaging e di differenziarsi, Facebook ha cominciato a trasformare Messenger in una piattaforma che possa iniziare a fruttare, tra intrattenimento , transazioni e accordi con realtà promettenti come Uber. Nel 2016, Menlo Park promette di fare ancora di più.

Facebook predice così la fine degli SMS: il social network asseconda le tendenze che si stanno imponendo fra gli utenti scommettendo sulla comunicazione ricca di contenuti oltre al testo, capace di dipanarsi su diverse piattaforme e di intrattenere individui e gruppi, ma anche di servire i bisogni di comunicazione interna e rivolta all’esterno delle aziende. Google, godendo dell’ubiquità dell’ecosistema Android, sembrerebbe invece interessata a scommettere sullo sviluppo del tradizionale standard RCS: altrettanto multimediale, potenzialmente universale, ma soprattutto gradito agli operatori.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
8 gen 2016
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