L'alba dei PC ricaricabili

L'alba dei PC ricaricabili

Sono quelli lanciati da Microsoft assieme ad alcuni dei maggiori produttori. Sono pensati per i paesi in via di sviluppo: gli utenti potranno avere un PC completo a prezzi vantaggiosi ma dovranno pagarne l'uso
Sono quelli lanciati da Microsoft assieme ad alcuni dei maggiori produttori. Sono pensati per i paesi in via di sviluppo: gli utenti potranno avere un PC completo a prezzi vantaggiosi ma dovranno pagarne l'uso

Redmond (USA) – Microsoft si lancia nell’era del pay-per-computer con il varo ufficiale del progetto FlexGo : PC completi a basso costo, destinati ai paesi poveri, utilizzabili grazie ad un sistema di carte prepagate . L’azienda fondata da Bill Gates conta sull’appoggio di Intel , AMD , Lenovo ed Infineon . I computer “ricaricabili”, dalle caratteristiche tecniche ancora avvolte nel mistero, saranno basati su sistemi operativi Windows XP e verranno venduti in Brasile, Cina, India, Russia e Messico già dalla prossima stagione.

“Al mondo ci sono circa un miliardo di cellulari con contratto ricaricabile”, ha detto il dirigente di Microsoft Will Poole, “perciò i consumatori hanno già familiarizzato con questo tipo di consumo prepagato”. FlexGo è già stato sperimentato in Brasile , grazie ad un accordo speciale tra Microsoft ed una grande catena di distribuzione: gli utenti hanno a disposizione un computer completo ma per utilizzarlo devono acquistare speciali carte elettroniche ricaricabili.

Al momento dell’esaurimento del credito, il computer si blocca ed entra in “modalità limitata”, che permette esclusivamente l’uso di “funzioni base” ancora non del tutto chiare. Ogni ora passata al computer costerà circa 75 centesimi di dollaro : una cifra particolarmente alta, considerato il mercato di riferimento particolarmente povero. In molti paesi del cosiddetto Terzo Mondo, come il Senegal, la stragrande maggioranza della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno.

Il prezzo dei sistemi FlexGo, secondo i dati ufficiali, dovrebbe aggirarsi attorno ai 300 dollari e comprende un monitor 17 pollici ed una copia di Windows XP con licenza d’uso. I computer, prodotti da Lenovo , avrebbero un valore di mercato nominale superiore ai 600 dollari. A differenza del laptop da 100 dollari proposto da Nicholas Negroponte , il computer FlexGo non sarà di proprietà degli utenti fino a quando il totale delle ricariche eseguite non avrà riscattato il prezzo complessivo del computer: gli utenti inizieranno la loro avventura nell’informatica con un “contratto di comodato d’uso” che li legherà ulteriormente a Microsoft.

Il PC FlexGo non sarà un community computer simile a Jagruti , il sistema prodotto da Intel per le zone rurali e più arretrate del subcontinente Indiano: l’obiettivo di Microsoft è di fornire strumenti informatici individuali e multiuso, simili a quelli che gli utenti dei paesi meno ricchi possono trovare nei frequentatissimi Internet cafè, spesso utilizzati come canali di comunicazione primari verso il resto del pianeta.

Microsoft riuscirà ad informatizzare i paesi poveri? L’impresa sembra estremamente difficile, nonostante l’azienda sia carica d’entusiasmo ed ottimismo. Uno dei problemi principali delle economie in via di sviluppo è la mancanza di corrente elettrica su tutto il territorio nazionale. Uno scoglio che Negroponte intende aggirare con il “laptop azionato a manovella” e che è stato superato a pié pari dal Solo Project africano grazie ad un generatore fotovoltaico portatile.

Al contrario, i computer FlexGo non sono equipaggiati con particolari sistemi d’alimentazione adatti a qualsiasi condizione. Una grave mancanza, sostiene qualcuno, che rende l’uso di questi terminali particolarmente difficile al di fuori dei centri urbani, laddove vive la maggior parte della popolazione globale afflitta dal digital divide .

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il 23 mag 2006
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