Milioni di utenti PC sono alle prese con lo stop del supporto a Windows 10, alla ricerca di un’alternativa valida: openSUSE può essere la scelta giusta. È una distribuzione Linux completa e leggera, adatta anche ai computer con più anni di attività alle spalle e che per ragioni legate alle specifiche tecniche non possono eseguire l’upgrade a W11.
openSUSE è la distro Linux del camaleonte
Sono tanti i punti di forza, a partire dal supporto longevo garantito fino al 2032 con l’ultima release Leap 16.0 distribuita a inizio ottobre. Inoltre, è gratuita e frutto di un progetto portato avanti dalla sua community in modo coerente con la filosofia open. C’è poi la possibilità di scegliere tra diversi ambienti desktop come KDE Plasma, GNOME e Xfce, per andare incontro alle esigenze e ai gusti di ognuno. Qui sotto uno screenshot dell’interfaccia.

In termini di requisiti minimi, openSUSE si accontenta di hardware ormai datati. Indicativamente, qualsiasi computer desktop o laptop con un processore prodotto dal 2007-2008 in avanti è in grado di gestire il sistema operativo senza difficoltà. Occorrono poi almeno 1 GB di RAM e 3/4 GB di spazio libero su disco (a seconda dell’edizione). Con un po’ più di cavalli sotto al cofano, ma nemmeno troppi, si è certi di eliminare qualsiasi possibile rallentamento durante l’esecuzione.
Abbraccia il camaleonte
, è questo lo slogan di chi gestisce il progetto, invitando tutti a provare una distribuzione Linux. Per farlo è sufficiente scaricare l’immagine ISO dal sito ufficiale, scegliendo tra le due versioni proposte: Tumbleweed e Leap. Suggeriamo quest’ultima, giunta alla release 16.0, per la sua stabilità.
L’elenco degli OS alternativi a W10 è molto lungo e ricco di opzioni. Oltre a openSUSE ci sono anche Debian, Fedora Linux, AnduinOS, MX Linux, Linux Mint, Zorin OS, Ubuntu, Oreon, Xubuntu, OS Vision, Winux, CachyOS, Pop!_OS, EndeavourOS, Manjaro e ChromeOS Flex, ai quali abbiamo dedicato articoli di approfondimento nelle ultime settimane.