Tutto iTunes senza DRM?

Tutto iTunes senza DRM?

Si moltiplicano le segnalazioni e si rincorrono le voci. Apple è riuscita a convincere le quattro sorelle? Di certo non ha convinto (ancora) i Beatles
Si moltiplicano le segnalazioni e si rincorrono le voci. Apple è riuscita a convincere le quattro sorelle? Di certo non ha convinto (ancora) i Beatles

Chissà che per Natale Steve Jobs non voglia regalare a tutti i suoi clienti la musica senza DRM . A giudicare da quanto si legge in giro parrebbe proprio di sì, anche se per il momento mancano conferme ufficiali da parte di Apple: dopo lo storico accordo con EMI, anche Sony, Warner e Universal sarebbero entrate nel giro di iTunes Plus, la denominazione che indica la musica priva di lacciuoli venduta su iTunes Store.

Un carrello iTunes Se è vero che tre indizi fanno una prova, non sembrerebbero esserci dubbi: tanta della musica in vendita nel marketplace musicale Apple ora vanta un bel segno “più” accanto al titolo, a testimonianza del fatto che sarebbe iniziata la conversione del catalogo attuale , in massima parte protetto con sistemi di digital right management , in nuovi brani “liberi” e in alta qualità. Alcuni utenti d’oltreoceano, probabilmente avvantaggiati dal fuso, riportano di aver visto comparire il messaggio di richiesta di “upgrade” di parte della propria libreria, anche se le canzoni in questione non sono parte del catalogo EMI.

iTunes Plus, lanciato un anno e mezzo fa fa, offre rispetto all’ordinario brano venduto da Apple il vantaggio dell’ assenza di protezioni (ma resta bene impresso il nome del proprietario/acquirente) e di un bitrate più alto: la canzone suona meglio, e lo fa su qualunque dispositivo in grado di leggere i file in formato AAC. All’apparenza non c’è nessun prezzo da pagare: il costo del brano è ormai lo stesso di uno protetto, e non bisogna rompersi la testa per ricordare dove si è attivata quale canzone per non rischiare di non riuscire ad ascoltare la propria musica avendo raggiunto i limiti della licenza.

Se la notizia venisse confermata, martedì d’altra parte è un giorno fausto per gli annunci Apple, inizierà senz’altro il balletto per tentare di spiegare questa mossa dell’azienda di Cupertino: sarà stata la concorrenza dei nuovi store emergenti, primo fra tutti Amazon MP3 , che ormai da tempo offrono alternative economiche e quasi del tutto DRM-free all’ecosistema iPod-iTunes? Sarà stato il leggendario carisma di Steve Jobs a piegare le ultime resistenze dei discografici? O sarà stato invece un mercato, quello della musica digitale, che cresce e che punta a liberarsi dai vincoli – anche quelli Apple – per esprimersi al meglio?

Ai consumatori, in fondo, poco importa del perché: l’importante è vedere (anzi sentire) la propria musica nel modo che più aggrada. Se poi l’alternativa legale al download pirata è semplice da usare e pure economica, tanto di guadagnato. Peccato che non tutto sia ancora disponibile in Rete: è il caso della discografia dei Beatles , che Ringo e Paul (e gli eredi di John e George) non sembrano ancora intenzionati a far sbarcare online. Non senza far rispettare le proprie condizioni, almeno.

Sono anni che Apple, iTunes e soprattutto Steve Jobs (un fan dichiarato dei ragazzi di Liverpool) rincorrono invano i Fab Four : l’annuncio del prossimo ingresso di Sergent Pepper, White Album e tutti gli altri capolavori dei Beatles è stato più volte paventato , ma è sempre slittato per ragioni ignote. Ora McCartney ha fatto sapere che il negoziato è in pieno stallo , ma che a lui la cosa va bene così: “L’ultima volta che ne ho sentito qualcosa mi hanno detto che era tutto fermo al momento, tutto il discorso. Speravo succedesse – ha spiegato alla stampa in occasione del lancio del suo ultimo album – perché credevo dovesse succedere”.

La faccenda, per quanto è dato capire, non riguarda il rapporto (per altro buono) tra EMI e Apple. Sarebbero proprio i Beatles, o quello che ne rimane, ad opporsi alla commercializzazione online – in qualunque forma – delle proprie opere, ritenendo che le condizioni proposte dalla loro casa discografica non siano soddisfacenti: “Loro (la EMI, ndr) volevano qualcosa che noi non eravamo pronti a dargli – ha proseguito il baronetto – Hey, direi che è proprio il business della musica”.

Da parte sua, EMI ha fatto sapere di aver “lavorato duramente per garantire un accordo con Apple Corps (l’azienda che rappresenta i Beatles, non quella di Jobs) per garantire ai fan il leggendario catalogo dei Beatles in formato digitale”. Sfortunatamente l’accordo non è stato ancora trovato, ma non bisogna disperarsi : “Speriamo che ci possano essere presto dei progressi”, e magari pure questo capitolo della storia musicale sarà, definitivamente, storia.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
26 nov 2008
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