MPAA punta al sorgente di isoHunt

MPAA punta al sorgente di isoHunt

I filtri hanno le maglie troppo larghe: Hollywood vuole analizzarne il codice per dimostrare la cattiva fede pirata del motore di ricerca per file torrent
I filtri hanno le maglie troppo larghe: Hollywood vuole analizzarne il codice per dimostrare la cattiva fede pirata del motore di ricerca per file torrent

Le precauzioni che isoHunt è stato costretto a mettere in campo per prevenire le violazioni del diritto d’autore sono inefficaci, denuncia l’industria del cinema: MPAA ha ufficialmente richiesto che isoHunt consegni il codice del sistema di filtering, affinché possa dimostrare l’intenzione del sito di sfuggire alla giustizia.

Questo non è che l’ultimo atto di un annoso confronto tra il servizio di ricerca di file torrent e gli studios, con l’uno a tentare di dimostrare la propria natura neutrale di semplice motore di ricerca, gli altri a collezionare successi nel convincere i tribunali della lucrosa illegalità che si nasconde dietro un servizio di indexing che offre link a contenuti che fluiscono fra le macchine degli utenti. Ad isoHunt è più volte stato imposto di approntare un sistema di filtri capace di rendere irrintracciabili i contenuti indicati dai colossi del video. Un sistema osteggiato, al quale il fondatore del servizio Gary Fung si è rassegnato a cedere .

testimonianza MPAA

Ma non è una resa che ha soddisfatto MPAA che, armata di screenshot che testimoniano la reperibilità di link a file torrent che puntano a contenuti pirata, ora chiede alla corte californiana che sta analizzando il caso di imporre a isoHunt di rendere disponibile il codice del proprio sistema di filtri . “I problemi di filtraggio di IsoHunt Lite sono troppo sistematici e mirati per essere un semplice problema di errori innocenti e di inevitabili falle nel filtri”, accusano i detentori dei diritti. I filtri, prosegue MPAA, sarebbero stati “progettati deliberatamente per assicurare che siano inefficaci nel prevenire l’accesso alle opere protette”, e per permettere così al sito di continuare a spremere il fruttuoso meccanismo di advertising parassita rispetto a link offerti illegalmente.

Per questo motivo MPAA vuole le prove della cattiva fede di isoHunt, e auspica di ottenerle analizzando il codice dei filtri del motore di ricerca. Sarà il giudice a decidere se acconsentire alla richiesta dell’industria del cinema e se lasciare che MPAA possa utilizzare il sorgente come elemento su cui fare leva per formulare la propria richiesta di risarcimento.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
23 lug 2013
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