L’Europa ha premiato la buona condotta di Microsoft: la sorveglianza verrà allentata, il colosso di Redmond si è dimostrato collaborativo nel condividere informazioni con gli sviluppatori e nel lavorare per l’interoperabilità. Il regime di sorveglianza si farà più rarefatto, mentre si moltiplicano coloro che si accodano a Opera per spingere Microsoft, con la leva dell’Antitrust europeo, a garantire agli utenti la libertà di scegliere il proprio browser senza che vi sia alcun tipo di condizionamento dettato dal sistema operativo.
Le misure nei confronti di Microsoft erano state introdotte dall’Antitrust europeo a seguito della sentenza del 2004: Redmond, accusata di non aver permesso ai competitor di integrare al meglio i propri prodotti software ostacolando l’accesso ai protocolli server, e accusata di aver mantenuto un legame troppo stretto tra Windows e il Media Player, era stata sanzionata e sottoposta a vigilanza. A partire dal 2005, un ispettore indipendente aveva costantemente tenuto sotto controllo le documentazioni e le strategie di BigM.
Nonostante nel 2008 Microsoft sia stata di nuovo sanzionata per non aver rispettato appieno del decisioni dell’Antitrust, ora il quadro è cambiato: sono cambiati “i comportamenti di Microsoft”, spiega la Commissione, è migliorata per le terze parti “l’opportunità di esercitare i propri diritti di fronte alle corti nazionali”. Per questo motivo l’Europa “non richiede più che ci sia un ispettore che monitori a tempo pieno il rispetto delle condizioni da parte di Microsoft”. Verranno messi in campo dei consulenti che si occuperanno di questioni circoscritte , ma non ci sarà più una figura di riferimento che controlli a vista le mosse di Redmond.
Se le schermaglie sul fronte aperto dall’Europa sull’interoperabilità sembrano progressivamente perdere di aggressività, quello dei browser appare più dinamico che mai. La denuncia di Opera ha innescato una procedura volta a verificare la posizione di Microsoft sul mercato dei browser: l’Europa ha formulato le proprie accuse, Microsoft dovrà rispondere entro una manciata di giorni. Redmond rischia di intiepidire la competizione fra browser inoculando il proprio Internet Explorer in Windows, questo quanto osservato dall’Antitrust: la Commissione ha già accennato alla natura dei remedies che potrebbero essere imposti per ripristinare un regime competitivo, remedies che potrebbero prevedere, al momento dell’ordinazione o dell’installazione del sistema operativo, di consegnare direttamente all’utente finale la scelta riguardo al browser o ai browser da installare.
Ora, tutti gli attori del mercato dei browser mostrano di voler giocare le proprie carte, supportando la Commissione nella procedura. Dopo la denuncia di Opera, la prima ad esporsi è stata Mozilla: parteciperà in qualità di terza parte coinvolta. Così si è mossa anche la Grande G: Google ha chiesto e ottenuto di avere voce in capitolo. Un’altra richiesta formale giunge ora da parte di Free Software Foundation Europe : “FSFE ritiene inaccettabile il comportamento anti-concorrenziale, sia che si esplichi nell’ unione di prodotti, o nell’aggiramento degli standard e dell’equo accesso – spiega l’organizzazione in una nota – FSFE cercherà di sostenere tutti i processi che garantiscono la concorrenza e favoriscono l’innovazione”.
Gaia Bottà