Quando Internet non fa più paura

Quando Internet non fa più paura

Negli USA la familiarità con la rete è cresciuta fino al punto di non ritorno: ora i genitori decidono di affrontare i pericoli della rete e seguono da vicino i pargoli sul Web. Senza impedir loro di cliccare
Negli USA la familiarità con la rete è cresciuta fino al punto di non ritorno: ora i genitori decidono di affrontare i pericoli della rete e seguono da vicino i pargoli sul Web. Senza impedir loro di cliccare

I genitori americani conoscono di più Internet e quindi la temono di meno. Questo sembra emergere da un’indagine condotta da Harris Interactive , commissionata da Common Sense Media e da Cable in the Classroom : le famiglie ammettono che Internet possa esporre i minori a dei rischi, ma credono in una vigilanza responsabile , che aiuti i ragazzi a fruire delle potenzialità educative della Rete.

Segnalato da Reuters , il sondaggio Parenting Moves Online: Parents’ Internet Actions and Attitudes “, condotto su 411 genitori di netizen tra i 6 e i 18 anni, traccia il quadro di una generazione presente e coscienziosa : sono l’85 per cento coloro che hanno dispensato ai figli raccomandazioni e istruzioni per navigare sicuri; sono ancora di più, il 93 per cento, coloro che, diffidando dei pargoli, si sono ingegnati per assicurarsi che le attività online svolte dai ragazzi rispondessero ai criteri di sicurezza imposti loro a parole.

Certo, convengono le famiglie, l’attività in Rete non è scevra da rischi. Sorprende però, a fronte di pagine e pagine di cronache recenti , come solo il 24 per cento dei genitori abbia constatato che i figli si sono imbattuti in materiale scabroso o violento : forse si sono muniti di filtri che consentono di abbandonare i figli davanti allo schermo in tutta tranquillità, forse confidano nello scarso interesse che i ragazzi sembrano nutrire nei confronti di questi contenuti, forse la preoccupazione è mitigata dal veto alla creazione di profili online che molte famiglie dichiarano di imporre ai figli.

A preoccupare i genitori americani, invece, e il 52 per cento di loro ne segnala l’invasività, è il bombardamento pubblicitario al quale i ragazzi sono sottoposti online. Altri problemi comprendono il tempo libero dei pargoli: a parere del 26 per cento dei genitori, Internet esercita sui giovani un’attrattiva tale da renderli sedentari , da indurli a rinunciare alla vita all’aria aperta che da adulti rimpiangeranno; il 20 per cento ritiene invece che Internet costituisca spesso una distrazione che ruba tempo ed energie allo studio.

serenità Una distrazione che presenta però dei risvolti positivi nello stesso ambito scolastico : gli studenti trascurano forse i compiti per lo schermo,ma, secondo l’81 per cento dei genitori, ciò che si apprende online frutta sui banchi di scuola. E nella vita: in molti ritengono che Internet estenda gli orizzonti dei ragazzi che, venendo a contatto con un flusso incessante di notizie e con l’alterità di culture lontane e di idee scaturite dai contesti più diversi, sviluppano consapevolezza e spirito critico . Anche il concetto di Web 2.0 sembra apprezzato dalla maggioranza dei genitori: il 53 per cento di loro apprezza che i figli, attraverso la Rete, imparino a relazionarsi e a cooperare con persone con le quali condividono degli interessi.

“I risultati mostrano come i genitori bilancino i pericoli e i benefici del Web”: queste le parole del CEO di Common Sense Media , riportate da cnet . Una dichiarazione alla quale fa eco quella della dottoressa Helen Soulé, di Cable in The Classroom , che sottolinea come ad avvertire maggiormente l’utilità della Rete siano soprattutto i genitori che più si confrontano con i ragazzi , e che più si interessano alla loro vita online.

È questa una generazione di padri e madri che sono a loro volta dei netizen , che non intendono delegare la responsabilità sulla loro prole. Una generazione che, conoscendo le dinamiche della Rete, potrebbe disinnescare la macchina politica messa in moto dalle precedenti generazioni, che ha sfornato leggi incostituzionali e discutibili normative censorie .

Gaia Bottà

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Pubblicato il
27 set 2007
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