Il Green Pass certificherà anche le esenzioni

Il Green Pass certificherà anche le esenzioni

Il Green Pass dovrà certificare anche lo status di chi non ha la possibilità di vaccinarsi: integrazioni in arrivo per sostituire il foglio del medico.
Il Green Pass certificherà anche le esenzioni
Il Green Pass dovrà certificare anche lo status di chi non ha la possibilità di vaccinarsi: integrazioni in arrivo per sostituire il foglio del medico.

In questi giorni c’è un gran dibattere sul Green Pass, sulle sue modalità di attuazione e sulle libertà che concederà e limiterà per la popolazione sulla base del proprio status nei confronti di contagi e vaccini. Tuttavia c’è un aspetto importante ancora da definire, perché ad oggi il quadro è ancora pericolosamente incompleto. Parte della popolazione, infatti, è rimasta sospesa nell’impasse: desiderosa di avere un vaccino, ma praticamente impossibilitata ad averlo, rischia di subire danno e beffa. Anche per questi ultimi esiste una exit strategy, ma ancora non è stata ufficialmente messa a punto.

Bisogna infatti ricordare quali casistiche contempli il Green Pass a partire dal 6 agosto sulla base dei regolamenti fin qui emanati:

Ma ciò non tiene in considerazione casistiche ulteriori, quali i cittadini con più di 12 anni che, per motivi di salute, non hanno la possibilità di ottenere la vaccinazione sebbene ne abbiano diritto e volontà. Per questi ultimi ancora manca una certificazione specifica che possa garantire il loro status senza lasciarli in una zona grigia che li priva di particolari libertà senza che ne abbiano colpa alcuna.

Green Pass per chi non può vaccinarsi

Questo tipo di esenzioni era previsto (inizialmente fino al 31 giugno) nel DL 17 marzo 2020 n.18, sul quale è ora indicato da specifica modifica “Fino al termine dello stato di emergenza” e dove si indica il target di cittadini coinvolti con le parole “che non possono effettuare la vaccinazione Covid-19 a causa di patologie ostative certificate“. Si mettono quindi a disposizione 1 milione di euro per interventi che possano risolvere questo tipo di problema.

La precisazione è indicata quindi nell’apposita nota del Ministero della Salute, dove il dicastero si assume la responsabilità su quest’ultimo (futuro) provvedimento:

La Certificazione verde COVID-19 non è richiesta ai bambini esclusi per età dalla campagna vaccinale (fino a 12 anni) e ai soggetti esenti sulla base di idonea certificazione medica, per i quali verrà creata una Certificazione digitale dedicata.

Per ovviare temporaneamente a questa mancanza, sarà sufficiente una certificazione medica scritta per poter avere piena libertà di accesso ad eventi, ristoranti e altre zone altrimenti off-limits. Una semplice certificazione medica non è tuttavia misura sufficiente nel lungo periodo, poiché non si può certo attribuire agli esercenti il compito di interpretare e validare certificazioni cartacee facilmente falsificabili, difficilmente intellegibili e non certo adeguate per un compito tanto delicato (oltre a tutto quanto concernente la privacy dell’utente, ovviamente). Per questo ci si attende una integrazione del Green Pass che possa coprire anche questa casistica ulteriore, fin qui esclusa dalle precedenti prescrizioni.

La nota precisa che anche quest’ultima certificazione sarà digitale: non essendo logicamente ipotizzabile un canale parallelo con un differente green pass e differenti app di lettura, è logico immaginare che sarà il Green Pass stesso ad essere modificato, ampliando gli status certificati e accendendo il semaforo verde anche per coloro i quali sono attualmente impossibilitati a conseguire il vaccino per motivi indipendenti dalla loro volontà.

Quest’ultimo aspetto è molto delicato anche alla luce delle fantasiose certificazioni mediche scaturite durante la prima fase delle vaccinazioni Astrazeneca, quando si cercava ogni motivo per poter evitare la dose e poter così scegliere il vaccino ricevuto. Quest’ultima situazione andrà accuratamente evitata stilando un elenco chiaro di casi per i quali l’esenzione sarà accettata, altrimenti si rischia di creare un canale preferenziale per “furbetti” che tenteranno di approfittare di eventuali vulnus normativi. Ancora non è chiaro, invece, se a livello europeo saranno previste integrazioni di questo tipo o se l’intervento sia limitato anche in prospettiva al solo territorio nazionale.

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Pubblicato il
26 lug 2021
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