Guida al cloud: tutto quello che c'è da sapere

Guida al cloud: tutto quello che c'è da sapere

Guida semplificata al cloud per comprenderne nomenclatura, definizioni, protagonisti e per addentrarsi nella nuova dimensione del computing.
Guida al cloud: tutto quello che c'è da sapere
Guida semplificata al cloud per comprenderne nomenclatura, definizioni, protagonisti e per addentrarsi nella nuova dimensione del computing.

Il cloud sta assumendo un ruolo sempre più centrale nella nostra quotidianità. Smartphone e tablet hanno infatti rivoluzionato il concetto di fruizione dei dati. C’è sempre più l’esigenza di consultare fotografie, documenti, filmati e progetti in mobilità. I metodi classici di archiviazione (le memorie fisiche) non riescono più a sopperire a queste necessità e non a caso, negli ultimi anni, le grandi aziende hi-tech si sono lanciate nel magico mondo del cloud. Il risultato è che oggi è possibile sottoscrivere decine di servizi basati su questa tecnologia, che ormai ha invaso i settori più disparati. Come vedremo fare riferimento al semplice concetto di archiviazione è diventato riduttivo.

Che cos’è il cloud

Il cloud, o più precisamente cloud computing (“nuvola informatica”, alla lettera), è un servizio offerto da un insieme di computer (di server, per la precisione) che possono anche essere sparsi nel mondo. Un qualcosa che, in passato, veniva messo a disposizione da macchine localizzate nel medesimo posto fisico. Questa evoluzione è stata possibile grazie all’incredibile miglioramento dell’infrastruttura di rete, che oggi può contare sulla fibra ottica e su tecnologia inimmaginabili fino a un decennio fa.

La “nuvola informatica” nasce dunque per sfruttare le potenzialità della nuova infrastruttura di rete in abbinata alla capacità di server di lavorare in contemporanea, mettendo a disposizione un’enorme capacità di calcolo. Ecco dunque la creazione dei servizi più disparati basati su questa tecnologia, in grado di superare i limiti di una singola macchina, specie in relazione alla portata di elaborazione dei dati e, ancora di più, allo spazio fisico. Per tale ragione, quando si parla di cloud, è bene far riferimento a tre tipologie: archiviazione, elaborazione e trasmissione di dati.

In questo articolo ci focalizzeremo soprattutto sulla tipologia di cloud più diffusa, ovvero quella dell’archiviazione dati. È proprio in quest’ambito infatti che le grandi aziende hi-tech hanno deciso di espandersi, proponendo alcuni servizi divenuto popolari a livello mondiale. In tal senso, basti pensare che i guadagni di una realtà come Microsoft siano legati oggi, in buona parte, a questa tecnologia per comprendere quanto sia ormai diffusa e non solo in ambito consumer ma anche e soprattutto nel B2B.

Come funziona l’archiviazione cloud e dove si trovano i dati

In tanti utilizzano questa tecnologia senza saperlo. L’esempio classico sono i possessori di smartphone Android che necessariamente sono titolari anche di un account Google: come fa la rubrica dei contatti a comparire magicamente su ogni nuovo telefono? Semplice, merito del cloud storage, e si potrebbe continuare all’infinito con gli esempi. In realtà però il rapporto intercorrente tra i dispositivi basati sul robottino verde e i servizi dell’azienda di Mountain View rappresenta la migliore delle spiegazioni in merito al funzionamento dell’archiviazione cloud.

Google Cloud: i data center

Salvare un file nella “nuvola” è un’operazione molto simile al salvataggio su un classico hard disk. Anzi, a dirla tutta, per l’utente finale è esattamente identica: non si fa altro infatti che spostare fotografie, documenti, progetti e filmati in una cartella. dddd però quest’ultima fa riferimento a un servizio cloud, i file anziché essere salvati fisicamente nel proprio computer (o smartphone o tablet) finiscono sui server del fornitore del servizio, sparsi fisicamente in giro per il mondo, sfruttando la connessione internet.

Da questo punto di vista, è importante operare una precisazione. I server sono ovviamente di proprietà del fornitore del servizio (ad esempio Apple nel caso si faccia riferimento ad iCloud) ma i file rimangono di proprietà dell’utente. Una condizione esplicitata in maniera chiara nella documentazione fornita prima della sottoscrizione di un qualsivoglia abbonamento. Un passaggio spesso sottovalutato ma che è opportuno affrontare dedicandoci tutti il tempo necessario: leggete sempre le policy prima di affidare i vostri dati personali a un’azienda terza.

I vantaggi del cloud

Innumerevoli i vantaggi di questa tecnologia. Li abbiamo riassunti in queste quattro voci che riescono a sintetizzare i vari ambiti in cui il cloud riesce oggi a fare la differenza. Come vedremo, i campi di applicazione sono tantissimi ed estremamente variegati, per cui è bene conoscere complessivamente tutti gli aspetti della “nuvola informatica”.

Pay per Use

I servizi cloud vengono spesso erogati a fronte di pagamenti legati all’effettivo utilizzo. Si tratta di un approccio estremamente diffuso soprattutto nelle tipologie di elaborazione e trasmissione dei dati, con particolare riferimento ai server dei siti web. Nell’ambito dell’archiviazione è molto frequente imbattersi in servizi in abbonamento, che prevedono dunque un corrispettivo mensile (o annuale) a fronte di un certo quantitativo di spazio per “accatastare” i propri file.

Gestione IT veloce

Appaltare esternamente la manutenzione, avere accesso a un’assistenza tecnica specializzata disponibile 24 ore su 24, non dover necessariamente possedere complesse infrastrutture. Sono solo alcuni dei vantaggi offerti dal cloud in ambito aziendale, che inevitabilmente semplificano la gestione IT di una qualsiasi società. I sistemi di information technology possono rappresentare un vero e proprio collo di bottiglia nel business e la “nuvola” è in grado di far bypassare questa potenziale criticità.

Affidabilità

Il sistema di server su cui si basa il cloud la rende una tecnologia meno soggetta a problematiche rispetto a soluzioni basate su macchine in locale. Lo dicono i numeri ma lo suggerisce anche la logica. Infatti, prima dell’avvento dei vari Microsoft Azure, Google Cloud Platform o Amazon Web Services, l’interruzione di servizi poi passati sul web era all’ordine del giorno. Se anche un solo server dovesse non funzionare adeguatamente, tutti gli altri possono essere in grado di sopperire alla sua mancanza.

Risparmio sui costi

Eliminare le elevate spese iniziali, come gli investimenti in server e data center interni, vuol dire risparmiare migliaia di euro. Invece di acquistare hardware e il software, è possibile noleggiarli dal fornitore di servizi cloud. Ciò significa che il fornitore sarà quello che si farà carico dei costi di installazione, esecuzione, gestione, protezione e aggiornamento costante della tecnologia. Potremmo stare mesi ad elencare tutti gli ambiti in cui questa tecnologia permette un notevolissimo risparmio in termini economici.

Modelli di distribuzione

Essendo il cloud un servizio a tutti gli effetti, ci sono inevitabilmente differenti metodi di erogazione. È possibile riassumerli in quattro tipologie che poi, come vedremo a breve, spesso si intersecano tra di loro, creando sinergie che possono risultare cruciali per la sua corretta implementazione.

Cloud pubblico

È un servizio che fornisce servizi IT pubblicamente su Internet. Per fare questo i fornitori gestiscono gruppi di server interconnessi, le così dette server farm. Gli utenti accedono allo spazio di archiviazione attraverso un browser. La caratteristica peculiare del servizio è che si paga solo l’ammontare di risorse che si consuma. Si risparmiano dunque i costi di acquisto del relativo hardware, avendo comunque costantemente accesso on-demand a un pool di strumenti informatici, scalabili in base alle esigenze.

Cloud privato

È un servizio che fornisce servizi di cloud computing tramite Internet o una rete interna agli utenti autorizzati. Essendo fruibile solo da uno specifico gruppo di utenti definito in maniera chiara, il cloud privato viene anche definito come cloud aziendale o cloud interno. Gli utenti che hanno accesso a questa tipologia di servizio beneficiano di vantaggi come la scalabilità e l’elasticità, ma anche di ulteriori opzioni di controllo e adattamento. Di fatto i fornitori mettono a disposizione risorse dedicate, in grado di fare la differenza in determinati ambiti.

Cloud ibrido

È un servizio, appunto, ibrido e per questo estremamente potente. I servizi cloud ibridi offrono infatti alle aziende un maggiore controllo sui propri dati privati. Un’organizzazione può infatti decidere di archiviare dati sensibili su un cloud privato o un datacenter locale (con tutti i vantaggi a esso conessi) e, contemporaneamente, sfruttare quelle che sono le tipiche risorse di ccomputing avanzato di un classico cloud pubblico gestito.

Multi cloud

Si intende la presenza del deployment di più cloud dello stesso tipo (pubblico o privato) offerti da diversi fornitori. Un approccio multicloud può quindi prevedere due ambienti di cloud pubblico o due ambienti di cloud privato. La presenza di deployment multicloud, sia pubblici che privati, è molto frequente nelle aziende il cui obiettivo è migliorare sicurezza e le prestazioni attraverso l’utilizzo di più ambienti.

Esempi comuni di servizi di cloud storage

Come detto in apertura, i servizi di archiviazione cloud rivolti ad aziende e utenti privati sono tantissimi. Abbiamo messo assieme alcuni dei più diffusi in ambito consumer complici, in alcuni casi, i sistemi operativi a cui fanno riferimento.

Dropbox

dropbox

È stato tra i primi a essere compatibile di default con smartphone e tablet grazie a un’apposita applicazione. Può essere utilizzato indifferentemente su Windows, macOS, Linux, Android, iOS e prevede una soglia di spazio gratuita pari a 2 Gigabyte, all’interno dei quali il servizio non ha alcun costo. Ovviamente, al crescere di questa soglia subentra la necessità di un abbonamento che può essere mensile o annuale a seconda delle esigenze.

 

Box

box

È un servizio cloud rivolto soprattutto al content management e al file sharing per le aziende offerto da Box Inc., con sede a Redwood City, California, Utilizza un modello freemium per fornire degli spazi per il cloud storage e il file hosting ad account privati o aziendali. Anche in questo caso è prevista una soglia di archiviazione gratuita pari a 10 Gigabyte.

Google Drive

Google-Drive

Imprescindibile per gli utenti Android, è il servizio cloud preinstallato su tutti i dispositivi basati sul sistema operativo di Google. Può comunque essere utilizzato attraverso i computer (Windows, macOS o Linux, è indifferente) attraverso il browser ma la sua interfaccia strizza l’occhio soprattutto a smartphone e tablet. Il gigante californiano l’ha reso compatibile anche con iOS, per cui nessun problema per l’uso in abbinata ad iPhone e iPad. Anche in questo caso è prevista una soglia di archiviazione gratuita, superata la quale si passa a piani in abbonamento mensile o annuale.

OneDrive

OneDrive

L’archiviazione cloud secondo Microsoft. È il servizio perfetto da utilizzare in abbinata ai computer Windows, sui cui peraltro è preinstallato. Non a caso, l’azienda di Redmond propone anche dei piani in abbonamento che offrono assieme Office 365, a testimonianza di come lo sviluppo di OneDrive sia strettamente legato a quello di PC e notebook. È possibile comunque usufruire di una soglia gratuita pari a 5 Gigabyte, all’interno dei quali lo spazio d’archiviazione non ha alcun costo.

Amazon S3

Amazon-S3

È un servizio di storage di oggetti che offre una scalabilità tale da essere rivolto soprattutto al mondo aziendale. Ciò significa che le industrie di ogni dimensione possono utilizzarlo per archiviare e proteggere una qualsiasi quantità di dati per una vasta gamma di casi d’uso come siti Web, applicazioni per dispositivi mobili, backup e ripristino, archiviazione, applicazioni enterprise, dispositivi IoT e analisi di big data. Non a caso è sempre a pagamento e non prevede soglie d’archiviazione gratuite.

iCloud

iCloud

Google Drive in salsa iOS. Può essere questa la migliore definizione per iCloud, servizio di cloud storage di Apple attorno al quale l’azienda di Cupertino ha costruito l’esperienza utente di iPhone, iPad e Mac. Prevede una soglia d’archiviazione gratuita pari a 5 Gigabyte, superata la quale è necessario sottoscrivere un abbonamento mensile o annuale a pagamento. È perfettamente integrato con i dispositivi della mela, tanto da poter essere utilizzato anche per un completo backup dei sistemi operativi del gigante di Cupertino.

pCloud

pCloud

[affiliate_track url=”https://partner.pcloud.com/r/34051″ data-affiliate=”cloud2_pcloud_pcoud” text=”pCloud”] è particolarmente adatto per i contenuti multimediali e si integra bene con i social media. Il piano gratuito senza limitazioni di funzionalità ti offre spazio sufficiente per provare tutte le funzionalità del servizio. Un’ottima scelta sia per privati ​​che per piccole imprese.
Questo provider con sede in Svizzera è stato lanciato nel 2013, diversi anni dopo che concorrenti come Dropbox e Google Drive avevano già rivendicato un vantaggio significativo e una quota di mercato.

Una delle cose che risalta di più di pCloud è la sicurezza, i file presenti sui server di pCloud sono protetti dalla crittografia AES a 256 bit e archiviati automaticamente su cinque diversi server ridondanti. pCloud offre un servizio aggiuntivo chiamato Crypto che include la crittografia end-to-end quando carichi file sul cloud o li scarichi su un altro dispositivo.

Il software ti consente di creare e condividere link per il download di qualsiasi file caricati nel cloud. Questi collegamenti per il download possono essere protetti con password e date di scadenza con la possibilità di interrompere la condivisione in qualsiasi momento.

Sync.com

sync.com

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  • Cloud privato al 100% : sicurezza e privacy sono garantite con la crittografia dei file end-to-end.
  • Backup e sincronizzazione automatici : le semplici funzionalità di pianificazione consentono di eseguire automaticamente il backup di tutti i file e di sincronizzare i file da tutti i dispositivi.
  • Accedi ai file da qualsiasi luogo – Sync.com ha straordinarie app desktop e mobili che ti consentono di accedere ai tuoi file da qualsiasi parte del mondo.
  • Condivisione file semplice : puoi condividere o inviare file facilmente con chiunque, anche se non dispone di un account di sincronizzazione. È possibile impostare la protezione tramite password e le date di scadenza.
  • Collaborazione in team : la sincronizzazione è un’ottima soluzione per le aziende che desiderano collaborare in remoto sui file. Facile configurazione per autorizzazioni utente e controlli di accesso.

Il servizio è profondamente integrato in Windows, proprio come OneDrive, rendendolo un servizio facile da usare sia per i principianti che per gli utenti avanzati. Ha funzionalità di condivisione e sincronizzazione.

Cloud storage: pro e contro

Non è tutto rose e fiori quando si parla di cloud. Come vedremo (e come abbiamo già visto) infatti, ci sono tanti aspetti positivi nell’adozione di questa tecnologia, che però può far emergere anche alcune criticità.

Pro

Partiamo innanzitutto dagli aspetti positivi, che possono essere riassunti in quattro punti fondamentali: gestione off-site, implementazione rapida, convenienza e continuità aziendale. Soprattutto quest’ultimo aspetto, spesso sottovalutato, è certamente uno degli ambiti in cui il cloud può fare maggiormente la differenza.

Gestione off-site

Trasferire la gestione IT di un’azienda al di fuori della propria sede fisica (off-site, appunto) è un vantaggio enorme su cui il cloud ha costruito buona parte della propria fortuna commerciale. Si diminuisce infatti il rischio di perdita dei dati e di informazioni riservate in caso di imprevisti, le eventuali attività di ripristino diventano più veloci e, contestualmente, si abbattono i costi rispetto a un’infrastruttura proprietaria, come abbiamo già avuto modo di analizzare.

Implementazione rapida

Spostando in capo al fornitore del servizio cloud tutte le attività di implementazione hardware e software, l’adozione del cloud storage diventa estremamente rapida, tanto in ambito aziendale quanto tra gli utenti privati. Un vantaggio non da poco, specie in termini economici, che tra l’altro consente anche di snellire tutte le procedure di gestione dei dati.

Conveniente

Come già detto, il modello pay-per-use è spesso adottato nel settore cloud. Pagare il servizio solo quando lo si utilizza è estremamente utile (oltre che conveniente) in ambito aziendale, specie in quelle realtà che necessitano di un archivio dati da consultare solo in caso di reale necessità. Senza dimenticare tutto il settore dei portali web.

Continuità aziendale

Qualsiasi cosa succeda alla sede fisica di un’azienda, adottando il cloud i dati saranno sempre salvi, garantendo in questo modo quella continuità aziendale che in passato è stata spesso compromessa.

Contro

Passiamo alle criticità, appartenenti fondamentalmente a tre grandi categorie: sicurezza, latenza e conformità normativa. In particolare, il tema della protezione dei dati personali (e dunque quello della privacy) rappresenta oggi una della grandi sfide da vincere per il cloud.

Sicurezza

La cronaca è stata saltuariamente monopolizzata da casi di vulnerabilità del cloud, che hanno portato al furto di dati personali relativi a utenti privati e/o aziende. Del resto i file presenti sui server sono comunque on-line e dunque potenzialmente esposti ad attacchi di vario tipo. Si tratta comunque di una possibilità statisticamente remota ma comunque presente e dunque da considerare.

Latenza

Essendo le performance del cloud legate anche alla velocità della rete internet con cui l’utente si interfaccia al servizio, può verificarsi una certa latenza (ritardo) nella trasmissione dei dati. Una criticità di poco conto in ambito consumer ma che può rappresentare un problema importante a livello aziendale, specie quando si eroga un servizio all’utente finale.

Conformità normativa

Si tratta, in questo caso, di un problema che colpisce più che altro le pubbliche amministrazioni. Può infatti accadere che la legge, soprattutto in relazione alla natura dei dati personali trattati, impedisca alla PA di turno di avvalersi di un servizio di cloud storage (o addirittura di un’infrastruttura cloud proprietaria) per questioni di sicurezza.

Esempi di servizi basati su Cloud

I servizi basati sul cloud sono migliaia, sia in ambito consumer che B2B. Ne abbiamo selezionati quattro che, a grandi linee, rappresentano una buona parte del potenziale di questa tecnologia in relazione all’utente finale, sia esso un privato che un’azienda strutturata.

Fatture in cloud

Il software di fatturazione online per imprese e professionisti, accessibile in qualunque momento. Con Fatture in Cloud è possibile generare fatture online e preventivi e tenere monitorati costi e profitti, da qualsiasi dispositivo (anche da smartphone e tablet, Android o iOS).

Sportello cloud

È la piattaforma web che integra tutti i processi e le attività di collaborazione e condivisione tra lo studio professionale e i clienti. Strumento ideale per commercialisti, avvocati, notai, architetti, ingegneri (solo per citarne alcuni) che devono interfacciarsi con una clientela eterogenea.

Samsung Cloud

Servizio similare a Google Drive e iCloud, preinstallato di default su smartphone e tablet targati Samsung. È pensato soprattutto per effettuare i backup di questi dispositivi ma può ovviamente essere utilizzato per l’archiviazione dei dati.

Sound Cloud

È un servizio musicale e sito web di music sharing che permette ai musicisti di collaborare, promuovere e distribuire la loro musica. Esempio lampante di come la tecnologia della “nuvola” abbia investito i settori più disparati.