Criptoarte: cos'è e come funziona l'arte digitale NFT

Criptoarte: cos'è e come funziona l'arte digitale NFT

Scopriamo cos'è la criptoarte, come funziona, le opere d'arte che si possono trasformare in NFT e quanto ci si può guadagnare.
Criptoarte: cos'è e come funziona l'arte digitale NFT
Scopriamo cos'è la criptoarte, come funziona, le opere d'arte che si possono trasformare in NFT e quanto ci si può guadagnare.
Luca Scialo
Pubblicato il 26 gen 2022 - Aggiornato il 29 ago 2023

Oltre alla Finanza Decentralizzata, le criptovalute hanno lanciato un altro fenomeno in forse ascesa: la criptoarte. Il tutto grazie alla vera rivoluzione che hanno apportato: la Blockchain. Ma cos’è la criptoarte, nonché l’arte NFT?

In questa guida completa alla criptoarte approfondiremo nel dettaglio questo interessante argomento. Scopriremo quindi cosa sono le opere d’arte digitali NFT e il significato di arte NFT. E ancora, capiremo meglio come si fa a creare delle opere NFT, a che punto è la criptoarte in Italia in questo momento e come vendere criptoarte.

Del resto, stiamo parlando di un settore che, oltre ad aver incrementato le possibilità di esprimersi artisticamente, sta dando anche grandi opportunità di profitto.

Cos’è la criptoarte

criptoarte costi

La criptoarte (cryptoart) è quella forma d’arte basata sul mondo delle criptovalute, ma anche sull’arte crittografica. Intendendo per esse quelle opere digitali o digitalizzate pubblicate su una blockchain. Il sistema a blocchi che, come dicevamo, sta rivoluzionando molti settori oltre a quello economico.

Tecnicamente, un’opera di crypto arte è un contenuto in formato digitale, caricato su una piattaforma di scambio come per esempio Rarible.com. La cui vendita viene registrata poi su una blockchain.

Dato che l’abbiamo nominata spesso, spieghiamo in breve come funziona una blockchain. Si tratta di una sorta di libro contabile decentralizzato, vale a dire un registro enorme di tutte le transazioni in cui le voci vengono inserite tramite la risoluzione di operazioni crittografiche (ecco perché parliamo di “crypto”).

L’aspetto importante di una blockchain è che le informazioni non possono essere modificate e inoltre sono inattaccabili. Giacché non risiedono su un’unica unità fisica, ma sui computer di milioni di utenti. Ecco perché si parla di decentralizzazione.

Ma un altro fattore fondamentale affinché la blockchain funzioni riguarda gli smart contract. Contratti intelligenti introdotti da Ethereum, dove tutto viene messo, digitalmente parlando, “nero su bianco”.

Al fine di essere vendute, le opere di cryptoarte sono convertite in NFT, acronimo di non fungible token. Essi sono degli oggetti virtuali non divisibili, che possono avere solo un rapporto univoco con l’opera che rappresentano.

Cenni storici

La criptoarte trova le sue origini nel 2017, con il gioco CryptoKitties, che permetteva di comprare, allevare e vendere gattini digitali (i gatti si sa, sul web tirano sempre!). Per cifre talvolta anche superiori a 150mila dollari. Il formato era quello degli NFT mentre la compravendita avveniva attraverso, ovviamente, cryptovalute.

Ad oggi l’opera digitale più costosa venduta è stata quella di Beeple, messa all’asta dalla celebre casa Christie’s e partita da soli 100 dollari. Dopo una serie di rilanci, però, nell’ultima mezz’ora di contrattazioni è arrivata a un valore di 69,3 milioni di dollari. Il che ha reso Beeple – al secolo Mike Winkelmann, illustratore del Wisconsin – il terzo artista vivente più quotato al mondo.

Per capire la portata del fenomeno, basta solo dire che nel 2014 una delle celebri “Ninfee” di Monet, fu venduta per 54 milioni di dollari, 15 in meno di Beeple.

L’opera in questione si chiama “Everydays: The First 5000 Days” ed è interamente digitale. Ma non bisogna credere a chissà quali artefatti tecnologici moderni. Alla fine, siamo di fronte a un’opera identica a un file JPEG. Le immagini digitali che già usiamo da tempo sul Personal computer.

Si tratta di un collage di 5.000 immagini create e postate dal 2007 al 2021, che incorpora scene surreali e disegni di politici come Donald Trump e Mao Tse Tung accanto a personaggi dei cartoni da Topolino ai Pokémon.

Nel caso del collage di Beeple l’acquirente non ha comprato i diritti di utilizzo esclusivo o l’unica stampa esistente al mondo. Ma un link URL che consente di scaricare il file JPEG. Cosa significa? Che chiunque può guardare l’immagine su Internet, scaricarla e stamparla a piacimento. Tuttavia, solo l’acquirente sarà riconosciuto come il proprietario di quell’opera.

La crescita del giro d’affari degli NFT è in netta ascesa. Basta citare quanto riporta Crypto.art: nel mese di novembre 2020 le vendite di crypto arte avevano raggiunto il valore di circa 1,5 milioni di dollari. A gennaio avevano superato i 10 milioni e a marzo hanno già sfondato quota 120 milioni.

Mentre secondo un rapporto presentato da NonFungible.com e da L’Atelier (una società di ricerca di BNP Paribas), nel 2018 il mercato complessivo degli NFT era di 41 milioni di dollari e nel 2020 è salito a 338 milioni di dollari.

Ciò sta trainando anche il mercato delle criptovalute, visto che la criptoarte si paga mediante monete digitali. Non a caso, Ethereum a novembre 2021, è arrivata a toccare quota 4mila dollari. Per due motivi:

  1. molte piattaforme popolari, come Nifty Gateway, accettano pagamenti solo in ETH
  2. Ethereum ha la predominanza sul sistema su cui girano gli NFT e buona parte della DeFi: ERC-20

Anche l’Italia può contare già qualche opera di successo. Nella speranza che, come fu per il Rinascimento, riusciremo a dire la nostra anche qui. Per esempio, l’artista digitale DotPigeon, 33enne milanese che si presenta con il volto coperto da un passamontagna, ha venduto sul portale Nifty Gateway tutte le sue opere NFT per oltre un milione di euro (prezzo medio 1.500 euro).

Ma non è solo criptopittura. Il 19 febbraio sono stati spesi 545mila dollari per una gif di dieci anni fa, il Nyan Cat, quel famoso gatto con il corpo di biscotto che fluttua lasciandosi dietro una scia di pixel arcobaleno. O come la schiacciata di LeBron James per 208mila dollari. Jack Dorsey, fondatore e ceo di Twitter, ha venduto il suo primissimo tweet per 2,5 milioni di dollari.

Crisi? Fame nel Mondo? Gli NFT hanno cancellato tutto con un colpo di cryptospugna.

Criptoarte: cosa si può comprare e vendere

Come accennato prima, la criptoarte ricopre tanti generi. Il più gettonato sono ovviamente le immagini, quanto più originali possibili. Ma anche una bella foto può essere appetibile. Abbiamo poi visto che persino un tweet può trovare mercato se ha un determinato valore simbolico, ma molto successo stanno avendo anche le immagini o i video relativi al basket. Un altro sport che va forte in America è il baseball e anche qui non mancano autentiche iconografie molto care.

Non mancano poi giochi (abbiamo visto che la prima criptoarte ha riguardato proprio questa categoria), così come le GIF. Ciò che conta è soprattutto il fatto che si distinguano per originalità o raffigurino qualcosa di iconico.

In questo articolo abbiamo riportato diverse informazioni utili sugli NFT, così da potersi fare un’idea esaustiva su questo mercato. Sia se si è dei venditori (nelle vesti di creatori diretti dell’opera o venditori di opere altrui) sia se si è dei puri collezionisti. Abbiamo riportato come creare un NFT, le migliori piattaforme per comprare e venderli, i costi e i potenziali guadagni.

Perché comprare e vendere opere digitali

Vediamo quali sono i motivi principali per cui comprare e vendere opere digitali.

Per trarre profitto

Inutile girarci intorno. Anche l’arte è un viatico per guadagnare soldi. Quindi, di investimento e speculazione. La maggior parte degli acquisti riguarda il fatto che la speranza sia quella che  un giorno l’opera aumenti di valore e possa essere rivenduta a un prezzo più alto.

È un po’ come si fa per le azioni quotate in borsa, soprattutto per quelle acquistate quando il prezzo è ritenuto sottostimato e si spera in un rialzo sostenuto. Oppure per le criptovalute o per le materie prime. Insomma, il tipico trading CFD.

Ma anche per i quadri in formato tradizionale funzionava così. Si sperava sempre di fare l’affare acquistando un’opera a poco prezzo in un mercatino, magari ignorandone il valore.

Abbiamo iniziato proprio con questa motivazione giacché è quellache spinge maggiormente a occuparsi di criptoarte.

Puro collezionismo

Si acquista un’opera anche per semplice collezionismo, quindi senza alcuna velleità di profitti futuri. È il caso degli appassionati di alcune nicchie particolari, che desiderano fare proprie delle opere per pura passione.

Per finanziare giovani artisti digitali

Non manca chi decide di aiutare un giovane artista digitale a diventare famoso, incoraggiando quindi il suo spirito artistico. Del resto, gli NFT hanno creato un sistema molto più orizzontale e ci sono meno barriere all’ingresso per gli artisti emergenti. Non occorre attendere la possibilità di esporre in una galleria o ricorrere a chissà quali intermediari magari senza scrupoli.

Costi e guadagni delle opere d’arte NFT

quanto si guadagna con criptoarte

I costi possono variare molto, soprattutto in base alla piattaforma che si sceglie. La forbice è molto ampia e può andare da un dollaro a oltre 1.000 dollari.

Ciò dipende infatti anche dalla piattaforma che si sceglie. Mentre Rarible impone per esempio commissioni anticipate sui venditori, altre piattaforme come OpenSea prendono semplicemente una parte dei proventi della vendita (quelle che tradizionalmente sono chiamate royalities). Quest’ultimo di recente ha lanciato il servizio Collection manager, che consente di creare NFT senza pagare alcuna gas fee iniziale. Giacché l’NFT non viene trasferito sulla chain fino al primo acquisto o trasferimento.

Gli NFT realizzati con il Collection Manager seguono lo standard ERC-1155, in parte per favorire il gas-free minting e in parte per aiutarci ad aggiungere funzionalità interessanti in futuro. Inoltre, il primo NFT pubblicato su OpenSea è soggetto a una gas fee associata all’inizializzazione del proprio account.

Ciò che comunque suggeriamo è di dare sempre un’occhiata alle commissioni e alle royalities previste dalle piattaforme, per poi fare una comparazione. Meglio non fermarsi alla prima e, oltre ai costi, capire anche il bacino di utenza che essa vanta, così da avere più possibilità.

Più avanti, per facilitare la scelta, presenteremo una breve panoramica delle migliori piattaforme per acquistare e vendere NFT.

Dopo aver visto i costi, cerchiamo di comprendere anche le possibilità di guadagno. I modi per guadagnare grazie alla criptoarte sono due:

  1. creare opere NFT grazie alla propria creatività e sperare di incontrare un certo successo tra il pubblico (un po’ come chi dipinge dei quadri e partecipa a mostre, gallerie, semplici mercatini sperando di trovare dei potenziali acquirenti)
  2. acquistare opere NFT create da altri, sperando che acquisiscano valore nel tempo. Perché magari l’artista è diventato famoso o comunque più conosciuto, o perché quel genere è diventato di moda

Quindi, detta sinteticamente, nel primo caso si punta tutto sul proprio talento. Nel secondo caso, invece, sul proprio intuito da investitore.

Anche qui dare delle cifre potenziali di guadagno è molto difficile. Abbiamo prima visto il caso dell’opera battuta da Christie’s, ma effettivamente è un caso clamoroso. Si può andare dalle decine di euro alle centinaia, fino a salire alle migliaia o addirittura ai milioni di euro.

I marketplace per la compravendita di crypto art

Come promesso in precedenza, vediamo le migliori piattaforme per comprare e vendere le opere d’arte digitali.

  • Coinbase: il famoso Exchange ha lanciato il servizio Coinbase NFT, sebbene attualmente sia disponibile solo per gli utenti che provengono dagli Stati Uniti. Tuttavia, invita ad iscriversi alla propria mailing list per ricevere gli aggiornamenti futuri sulla apertura in altri paesi che avverrà a breve
  • Opensea: con sede a New York permette la compravendita di NFT che vanno da oggetti di gioco e collezionabili a opere d’arte, carte collezionabili, nomi di dominio, mondi virtuali e così via
  • SuperRare: marketplace NFT basato su Ethereum. Anche qui l’utente troverà un’ampia scelta di NFT, soprattutto opere d’arte di alta qualità. Si caratterizza soprattutto per una interfaccia utente con suggestive GIF e auction in real time
  • Rarible: basata sulla comunità che opera anche essa sulla blockchain di Ethereum (ETH). Permette di acquistare, vendere e coniare un’ampia gamma di arte digitale e oggetti da collezione
  • Mintable: lanciato nel 2018, con sede a Singapore. Supporta NFT basati su Ethereum e Zilliqa (ZIL). Sono varie le categorie di NFT trovabili su Mintable come opere d’arte, oggetti da collezione, oggetti legati al mondo del gioco e musica
  • MakerPlase: guidato dalla comunità solo su invito per creatori digitali. Il suo obiettivo è quello di creare una comunità di creativi di talento
  • Foundation: è diventata famosa per aver registrato molte vendite di alto profilo, come il famoso Nyan Cat NFT, la prima opera d’arte crypto di Edward Snowden, ecc. È stata venduta per una cifra superiore agli 800mila USD
  • Nba Top shot: piattaforma NFT dedicata agli appassionati dei giganti del basket mondiale ci troveranno brevi video e immagini digitali di momenti cult del basket americano

Per un approfondimento su ogni piattaforma e il relativo link di accesso, rimandiamo a questo specifico articolo.

Considerazioni conclusive

Il mondo dell’arte è diventato, volente o nolente, digitale. Possiamo ritenerla la nuova frontiera artistica, come a suo tempo lo è stata la street art. Ritenuta utile per alcuni – soprattutto per abbellire città tristemente abbandonate a se stesse -, e dannosa e incomprensibile per altri.

La criptoarte è partita qualche anno fa ma ha già raggiunto un volume d’affari vertiginoso. Il quale sta spingendo anche il prezzo delle criptovalute verso nuovi massimi. In particolare Ethereum, che sta primeggiando in questo campo così come in quello della DeFi.

La criptoarte consente anche di guadagnare, sia acquistando opere NFT per poi rivenderle. Oppure, se si ha una vena artistica, creandole in proprio nella speranza di trovare un pubblico potenzialmente interessato.

La scelta di piattaforme per farlo è ormai varia. Basta solo stare attenti a fare la scelta giusta. Osservando, per esempio, costi, sicurezza, bacino di utenza e così via.

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Domande frequenti su cos'è e come funziona la criptoarte

Che tipo di opere posso digitalizzare?

La scelta è molto ampia. Si va da immagini astratte a fotografie, passando per giochi a video fino a GIF. Tutto quanto può essere digitalizzato, in sostanza, può essere ritenuto artistico. Purché abbia una sua originalità e forza espressiva.

La criptoarte è legale?

Certo! Ovviamente se per legale si intende il semplice utilizzo di questo strumento innovativo per creare opere digitali, venderle, collezionarle. Diverso è il discorso se si vuole utilizzare la criptoarte per riciclare denaro sporco, come del resto avveniva per l’arte tradizionale.

Quanto si può guadagnare?

Non è facile stabilire delle cifre. Abbiamo visto che si può anche arrivare a decine di milioni di dollari. Diciamo che generalmente si va dalle decine alle centinaia di euro. Spesso però riuscendo a toccare le migliaia di euro. In casi estremi le opere possono andare ben oltre.

Le piattaforme di compravendita sono sicure?

Occorre sempre affidarsi a piattaforme che sono in rete da qualche anno, che hanno già un buon bacino di utenti e che sono recensite discretamente da chi le usa (si potrebbe fare un controllo su Trustpilot, per esempio, o qualche forum dedicato). Purtroppo il rischio truffa è in agguato anche qui, come sempre capita quando un fenomeno è in crescita e muove cifre importanti.

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